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ULTRAREP

ULTRAsound Animal REPeller

Progetti finanziati dalla Sottomisura 16.1 del PSR Regione Toscana 2014-2020 (annualità 2016):

DURATA DEL PROGETTO: 6 mesi

COSTO COMPLESSIVO DEL PROGETTO: 50.000 euro

FONTE DEL FINANZIAMENTO: fondi FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale)

DESCRIZIONE: Il progetto è finalizzato a testare sistemi innovativi di difesa ad ultrasuoni per l'allontanamento degli ungulati selvatici, che costituiscono ormai la causa principale dei danni alle coltivazioni, in particolar modo nel Centro Italia.

La partnership, che vede Barone Ricasoli SpA come capofila, riunisce importanti aziende del territorio, consorzi, università, centri di ricerca, enti pubblici ed imprese tecnologiche.

Da marzo a settembre 2017, il gruppo da lavorerà insieme con l'obiettivo di delineare un piano strategico che consenta di introdurre la tecnologia ad ultrasuoni su scala interaziendale, definendo "corridoi ecologici" volti ad evitare che gli animali migrino in aziende agricole sprovviste dei dissuasori.

RUOLO DI ERATA: progettazione con il supporto della società PRIA (Progetti di Ricerca e Innovazione in Agricoltura www.prianet.it); attività di coordinamento, animazione e divulgazione

COBRAF

Coprodotti per BioRAFfinerie

DURATA DEL PROGETTO: 6 mesi

COSTO COMPLESSIVO DEL PROGETTO: 50.000 euro

FONTE DEL FINANZIAMENTO: fondi FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale)

DESCRIZIONE:

I prodotti di origine vegetale (Bio‐based, Bb) per usi non alimentari o per la nutraceutica rappresentano una nuova opportunità per le aziende agricole e per l’economia toscana più in generale. I Bb infatti, in rapporto a omologhi prodotti di origine petrolchimica o minerale, risultano in genere meno tossici, biodegradabili e presentano un bilancio più favorevole di emissioni, in coerenza con le nuove richieste di mercato e con gli indirizzi europei sull’economia circolare e sulla priorità al contrasto ai cambiamenti climatici (Cop 21). Alcuni di questi Bb sono prodotti principali, o spesso secondari, derivati da specie vegetali di interesse agricolo, oleaginose in particolare, che possono rappresentare colture remunerative da inserire in avvicendamento con i cereali, offrendo nuove opportunità a un settore che sta attraversando una forte crisi, testimoniata dalla riduzione del 12% della Sau toscana nell’ultimo decennio. Il successo del loro inserimento tuttavia, sia in termini ambientali che di reddito e di innovazione, è legato a due condizioni:

1. capacità di valorizzazione integrale della biomassa – olio, panello residuo, paglie e in alcuni casi foglie e fiori - in ottica di bioraffineria, in modo da garantire la più elevata redditività ai produttori primari;

2. un approccio integrato che consenta di valutare diverse alternative colturali, possibilità di introdurre fasi di prima lavorazione già a livello agricolo, accordi di filiera in grado di dare sbocchi certi agli agricoltori, coordinamento della logistica a livello territoriale.

A tal fine verranno prese in esame 4 colture – camelina, canapa, cartamo, lino – idonee alle condizioni pedoclimatiche delle aree cerealicole toscane e i cui co-prodotti stanno trovando negli ultimi anni applicazioni innovative in diversi settori industriali. Alcune di queste applicazioni sono in sviluppo presso aziende toscane.

L’obiettivo strategico del progetto è la creazione di una piattaforma logistica regionale, in grado di coordinare l’offerta di biomassa semilavorata delle colture in esame (e di eventuali altri residui agricoli, es. paglia di cereali) e articolata in una o più bioraffinerie territoriali di seconda o terza generazione.

RUOLO DI ERATA: progettazione con il supporto della società PRIA (Progetti di Ricerca e Innovazione in Agricoltura www.prianet.it); attività di coordinamento, animazione e divulgazione

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